Immediata la reazione del sindacato Cgil in umanità a firma del segretario generale Rosanna Moncada e del segretario della funzione pubblica Angelo Polizzi.
“Era il 15 luglio 2021”, meno di 60 giorni, quando si annunciava l’apertura del reparto di neurologia e psichiatria presso l’ospedale Vittorio Emanuele di Gela.
60 giorni sono la durata di un amore estivo e non di un servizio essenziale per una delle città più popolose della Sicilia e per l’intera comunità della zona sud della Provincia di Caltanissetta – scrivono il segretario generale Rosanna Moncada e del segretario della funzione pubblica Angelo Polizzi –
Ricordiamo che si il reparto si occupa delle malattie neurologiche che incidono per il 20- 30 % degli accessi del pronto soccorso, patologie che ledono, nelle acuzie e nelle cronicità, in modo drammatico la salute dei cittadini.Sarebbe dovuto essere l’inizio di un percorso di crescita e ampliamento che doveva garantire servizi
necessari alla cittadinanza con progetti con una sanità pubblica che dovrebbe migliorare la propria offerta in un territorio critico, fino a realizzare l’ospedale nuovo, ricco di servizi da potenziare in tutte le sue parti sia ospedaliere sia territoriali.
Noi abbiamo denunciato pubblicamente le molte criticità dell’ASP di Caltanissetta, anche in sede di delegazione trattante, convinti che l’azione amministrativa della direzione generale non merita alcun
plauso, anzi quest’ultima vicenda rafforza la nostra convinzione che non c’è alcuna visione strategica nell’offerta dei servizi sanitari della provincia. Un reparto non può aprire il 15 luglio e chiudere il 10
settembre! Poca lungimiranza e poca cura per le nostre comunità
È necessario un cambio di rotta, noi non assisteremo inermi, faremo la nostra parte e auspichiamo in
un intervento da parte dell’ASP che non sia l’ennesimo proclama.
E che la politica cominci a discutere meno e a incidere concretamente dimostrando più cura e
attenzione per la Salute dei cittadini di questo territorio; ognuno responsabilmente faccia la propria
parte affinché la Salute di tutti non subisca alcun pregiudizio e che non ci siano cittadini meno
fortunati di altri per poter accedere al diritto di salute e di cura”.