La macchina del completamento dei lavori sui musei si è messa in moto. E’ iniziato il conto alla rovescia in vista dell’estate quando l’immagine della città deve essere pronta ad accogliere i visitatori e prima dell’arrivo dell’assessore regionale ai Beni culturali ed identità siciliana, Francesco Scarpinato, prevista per il 3 aprile. In settimana inizieranno i lavori per la movimentazione delle casse che contengono la Nave arcaica, da mesi custodite nella sala Eschilo del Museo archeologico, anch’esso sottoposto da oltre due anni ai lavori di ristrutturazione.
Una ditta di Noto si è aggiudicata l’appalto ed entro un paio di giorni dovrebbe cominciare a trasferire i delicati involucri che contengono le parti, al momento scomposte della Nave che sarà esposta nel suo Museo appositamente realizzato all’interno di Bosco Littorio.
“Il Comune, tramite il deputato Nuccio Di Paola – ha detto il sindaco Terenziano Di Stefano – ha contribuito ai lavori di completamento portati avanti dal Parco. Ci fidiamo e ci aspettiamo che arriviamo puntuali all’appuntamento con l’estate e a quello, più vicino, con l’assessore regionale che, grazie alle nostre sollecitazioni verrà personalmente a verificare lo stato dell’arte dei lavori”.
Finita questa fase si procederà all’assemblaggio delle parti lignee per ricostruirla completamente: dalla chiglia al fasciame. Ma se per la movimentazione servono pochi giorni per la ricostruzione, sarà necessario un lasso di tempo più lungo. Va da sé che con la liberazione della Sala Eschilo del Museo storico, i lavori qui potranno avere una nuova accelerazione.
La scoperta della prima nave venne effettuata nel 1988 da due subacquei su un fondale argilloso e sabbioso a circa 4 m di profondità, a circa 800 m dalla costa (località Bulala) e a circa 2 km ad est della foce del fiume Gela, anticamente il porto-canale della città. Grazie alle caratteristiche del fondale la nave era molto ben conservata nella sua struttura lignea e conservava un carico vario, coperto da uno strato di pietre utilizzate come zavorra.
La nave era una nave da carico di grandi dimensioni (21 x 6,50 m), esempio unico di nave antica costruita con una tecnica particolare, già citata da Omero nel II libro dell’Iliade: il fasciame della carena era infatti “cucito” con fibre vegetali