Roma – I ‘viaggi della speranza’ dei gruppi politici di Gela con relative foto e commenti, non salveranno la sanità locale. Quella regionale fa acqua. Seconda bocciatura nell’arco di 48 ore, per il Governo regionale siciliano. Dopo la vatosta della Corte dei Conti sull’attivazione dei posti letto, arriva quella sui Lea. Il Ministero della Salute ha pubblicato i risultati del monitoraggio dei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) per l’anno 2023, evidenziano vistose disparità regionali nell’erogazione dei servizi sanitari. Le Regioni Sicilia e Calabria non hanno raggiunto la sufficienza in due delle tre macro-aree valutate: prevenzione e assistenza distrettuale.
Il monitoraggio dei LEA si basa su tre macro-aree fondamentali:
Prevenzione: include attività come vaccinazioni e screening oncologici.
Assistenza distrettuale: riguarda i servizi sanitari territoriali, come l’assistenza domiciliare e ambulatoriale.
Assistenza ospedaliera: comprende le prestazioni fornite negli ospedali.
Per ottenere una valutazione positiva, le Regioni devono raggiungere un punteggio minimo di 60 su 100 in ciascuna macro-area. Nel 2023, tredici Regioni e Province Autonome hanno superato questa soglia in tutte le aree, tra cui Piemonte, Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna. Al contrario, Sicilia e Calabria hanno mostrato carenze sia nella prevenzione che nell’assistenza distrettuale, non riuscendo a garantire standard adeguati in questi settori chiave.
Questi risultati sottolineano la persistente disparità tra le regioni del Nord e del Sud Italia nell’erogazione dei servizi sanitari essenziali. Mentre alcune regioni meridionali, come Puglia e Campania, hanno raggiunto la sufficienza in tutte le macro-aree, Sicilia e Calabria continuano a registrare performance inferiori, evidenziando la necessità di interventi mirati per colmare queste lacune e garantire un’assistenza sanitaria equa su tutto il territorio nazionale.
È fondamentale che le autorità regionali e nazionali collaborino per affrontare le criticità emerse, implementando strategie efficaci per migliorare la prevenzione e l’assistenza territoriale nelle regioni in difficoltà, assicurando così a tutti i cittadini italiani l’accesso a servizi sanitari di qualità.