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Lo Scrivo a Il Gazzettino di Gela

Fiab sulla sicurezza stradale: “questa condizione è ormai insostenibile!”

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Riceviamo e pubblichiamo la nota della Fiab a firma del presidente Emanuele Iudici sul tema della sicurezza stradale

“L’ennesimo sinistro che vede coinvolti degli utenti deboli della strada ci spinge ancora una volta a chiedere maggiori interventi a tutela di chi vive sotto la costante minaccia creata dalle troppe auto in circolazione.

Due bambini in bici investiti da un’automobilista in una delle vie principali della città ci dicono come ad oggi la mobilità sia negata a chi si muove con mezzi diversi dall’auto. Un pedone, un ciclista, vivono sotto la costante paura che un’automobilista distratto o che procede a velocità sostenuta possa investirli. Questa condizione è ormai insostenibile.

Fiab è vicina alle famiglie dei bambini investiti e auspica che i piccoli possano riprendersi il più presto possibile. Al contempo chiede all’amministrazione comunale di intervenire tempestivamente sulla viabilità cittadina, promuovendo un generale abbassamento dei limiti nelle arterie cittadine a 30 o 20 km/h, realizzando concreti interventi di moderazione del traffico, come, a titolo di esempio, dossi, passaggi pedonali rialzati, isole salvagente, restringimenti di carreggiata, puntando ad una maggiore estensione delle aree pedonali e delle zone a traffico limitato. La riduzione della velocità delle auto e della loro circolazione, anche con un potenziamento concreto del servizio di trasporto pubblico, diventano obiettivi fondamentali affinchè la sicurezza di tutti gli utenti che sulla strada sono più vulnerabili possa essere qualcosa di reale.

In tal senso Fiab si rende sempre disponibile al dialogo per fornire un contributo fattivo in tal senso”.  

      

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No Muos, lettera aperta al sindaco di Niscemi

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Dal locale Comitato Nomuos, aderente al Coordinamento Regionale Nomuos, riceviamo e pubblichiamo una nota indirizzata al sindaco di Niscemi, Massimiliano Conti

La persona e i gruppi Nomuos cui lei si è riferita nella sua ultima diretta Facebook non sono più presenti da diversi anni nelle attività e manifestazioni Nomuos e che potrà trovare interlocutori attenti ed interessati nel Comitato locale e nel Raggruppamento di Comitati Regionale. Con l’occasione ci complimentiamo con Lei per il finanziamento di 100.000 euro che la Regione le ha affidato per fare lo screening delle morti per patologie tumorali, che tanto pesantemente stanno incidendo sulla popolazione locale a causa dell’inquinamento elettromagnetico, sicuri che farà una gestione oculata e trasparente della somma informando di ogni spesa la popolazione e il presente Comitato, che sarà sempre attento e vigile sulle sue iniziative sull’argomento, oltre che collaborativo quando richiesto. Nell’attesa che si avvii lo screening, le suggeriamo di iniziare a fare una semplice ricerca storica sui certificati di morte, in cui sono dichiarate le cause di morte di ognuno, dall’inizio dell’attività del Muos ad oggi, così da visualizzare un tracciato delle morti per tumori. Nella diretta facebook lei parla del suo interessamento alla lotta contro il Muos, ma questo mal si concilia con lo schieramento di questa estate, durante il campeggio Nomuos, dei vigili urbani per bloccare i niscemesi che volevano andare in contrada Ulmo a manifestare. Ma lei da che parte sta? A tutela della salute dei suoi concittadini o a difesa degli interessi di coloro che ci hanno condannato a morte? Prenda una posizione chiara e schieri la polizia locale non per bloccare i propri cittadini impedendo loro di manifestare, ma per permettere e garantire loro il diritto, sacrosanto e costituzionalmente garantito, di esprimere il loro dissenso e lottare per difendere la loro salute e quella dei propri famigliari.Ci sono giovani venuti da ogni parte d’Italia che hanno avuto i fogli di via dal locale commissariato per aver manifestato a difesa della vita e della salute dei suoi concittadini. Impedisca che sia i niscemesi, che lottano per la difesa della propria salute e del proprio territorio, sia coloro che accorrono in loro sostegno siano vessati e provocati dalla polizia che, anziché tutelare la popolazione locale, difende e protegge gli interessi di un esercito occupante. Sia il sindaco dei Niscemesi!Le chiediamo quindi un incontro per potere avere ragguagli circa le centraline Arpas di cui non si hanno notizie da circa sei-sette anni, che inizialmente, grazie alle lotte nomuos e alle loro manifestazioni con migliaia di cittadini, hanno fatto le misurazioni delle emissioni elettromagnetiche delle 46 antenne NRTF, rilevandone i superamenti dei limiti di legge e, quindi, le ricadute negative sulla popolazione, ma successivamente e inspiegabilmente rimosse; ed ancora non era entrato in funzione il Muos. Da quando questo è attivo non sono state fatte misurazioni da parte dell’Arpas, cosa strana e molto grave. Radio Vaticana, le cui emissioni di onde elettromagnetiche sono molto inferiori a quelle delle 46 antenne NRTF, ha spostato le sue antenne in un sito distante dalle popolazioni e, già condannata in 1° grado, ha risarcito la popolazione locale.Ma noi, oltre le 46 antenne NRTF, abbiamo il Muos! Due scienziati, Massimo Coraddu e Fiorenzo Marinelli, oltre i contributi forniti dai prof. D’Amore e Zucchetti, avevano iniziato delle ricerche circa le ricadute delle radiazioni elettromagnetiche del Muos sulla salute umana, della loro incidenza sui tumori dei tessuti molli, sul sistemo nervoso centrale e sulle trasformazioni genetiche. Sembra non abbiano ancora ricevuto i finanziamenti promessi e quindi hanno dovuto sospendere le ricerche. Da noi contattati, si sono dichiarati disponibili a riprendere lo studio se supportati economicamente. Non ritiene sia il caso di discuterne? Possiamo avere, speriamo quanto prima, un incontro con lei?

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Proposta “Riciclo totale”, lettera aperta al ministro Pichetto Fratin

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Da Margherita Bologna, ex giornalista scientifica, ricercatrice ed esperta nuove tecnologie per gestire i rifiuti, riceviamo e pubblichiamo la seguente lettera aperta al ministro Mase Pichetto Fratin sul Piano rifiuti della Regione Sicilia.

“Con due pec (8 maggio 2024 e 3 giugno 2024) indirizzate al Commissario ai rifiuti della regione Sicilia Renato Schifani e al Dipartimento acqua e rifiuti della Regione, ho inviato due proposte alternative ai due inceneritori con recupero energetico previsti nel Piano rifiuti della regione Sicilia recentemente approvato. Entrambe le proposte prevedono la suddivisione della regione Sicilia in sette distretti del riciclo nei quali collocare gli impianti per trattare le diverse tipologie dei rifiuti come gli urbani indifferenziati, i raee, il car fluff, i rifiuti provenienti dallo spazzamento delle strade, i rifiuti ospedalieri ed anche i centri per il recupero e riciclo dei materiali componenti i materassi, gli ingombranti, ecc.

“Per la chiusura del ciclo sia dei rifiuti urbani che degli speciali, entrambe le proposte  inviate includono un impianto di pirolisi che scinde i legami molecolari delle catene di polimeri caratterizzanti i rifiuti da trattare, in un ambiente totalmente privo di ossigeno e, pertanto, senza produrre emissioni.  Le due differenti proposte inviate  riguardano unicamente la modalità di trattamento dei rifiuti urbani indifferenziati .La prima di queste comprende un impianto innovativo di selezione degli RSU sul tipo di quello realizzato a Tripoli in Grecia, mentre la seconda prevede la ristrutturazione degli impianti di trattamento meccanico biologico in uso, eliminando la tritovagliatura e separando l’organico dal secco con un vaglio efficace che consente il massimo recupero dei materiali secchi riciclabili. Successivamente questi sono recuperati in un impianto innovativo di selezione del multimateriale sul tipo di quello realizzato in Francia nel 2019 in sole 14 settimane! 

“Tuttavia nel Piano Rifiuti approvato dal commissario Schifani, la realizzazione degli impianti che ho proposto si ferma alla ristrutturazione dei tmb ora rinominati  “Piattaforme” quindi, tralascia  tutte le  soluzioni prospettate per lo sviluppo dell’economia circolare ed anche quella degli impianti di pirolisi per la chiusura del ciclo sia dei rifiuti urbani che speciali, impianti sicuramente troppo “pericolosi” non certo per la tecnologia in se stessa ma perché avrebbero ostacolato la realizzazione dei due inceneritori da 300.000t previsti. Così sono cadute nell’oblio sia le due pec inviate al Commissario Schifani sia la pec del 5 giugno scorso con la quale ho inoltrato a Lei, Ministro, le mie proposte alternative ai due inceneritori con recupero energetico previsti per la Sicilia! Eppure, per significarLe quanta importanza abbia per me risolvere l’annoso problema dei rifiuti in quest’isola, quest’anno, in occasione della Fiera Ecomondo di Rimini, Le ho consegnato personalmente le stesse proposte alternative che Le ho inviato via pec. 

“Ora, signor Ministro P. Fratin Le chiedo di prendere atto che l’economia circolare non si sviluppa gettando indiscriminatamente i rifiuti in due forni ricavandone poca energia ma adottando in via prioritaria le tecnologie specifiche che consentono di riciclare le diverse tipologie di rifiuti!  Inoltre Lei saprà che  l’impianto di pirolisi contenuto nella mia proposta è modularequindi l’adozione di questa tecnologia, a differenza dei due inceneritori con recupero energetico previsti, permette di rispettare il principio di prossimità senza penalizzare i territori più distanti”.

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Gelesi internati dai nazisti nei campi di concentramento

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Dallo storico Nuccio Mulè, riceviamo e pubblichiamo

Lunedì 27 gennaio, giorno della memoria in ricordo delle vittime nei campi di concentramento nazisti; giorno che sotto certi aspetti è legato al contesto della comunità gelese. Infatti, anche a Gela, su quasi 3.300 richiamati alle armi di cui si ha notizia, ci sono stati ben 242 militari che durante gli eventi bellici dell’ultima guerra sono stati catturati dai tedeschi e internati nei campi di concentramento in Germania, i cosiddetti prigionieri I.M.I. (Internati Militari Italiani ovvero Italienische Militärinternierten) che furono anche privati della tutela internazionale oltre ad esser stati costretti sia al lavoro forzato nelle città bombardate dagli Alleati sia ad essere a servizio della Wehrmacht e della Luftwaffe tedesche; e comunque quasi tutti scampati all’olocausto. Di Imi fece parte anche il Prof. Virgilio Argento (nella foto)

Degli 810.000 militari italiani internati dopo l’armistizio, 94.000 preferirono alla cattura la RSI o le SS italiane, con 14.000 come combattenti o 80.000 come ausiliari. Quindi, oltre 600.000 I.M.I., nonostante le sofferenze e il trattamento disumano subito nei lager, rimasero fedeli al giuramento alla Patria e scelsero di resistere e dire “No” alla Repubblica Sociale Italiana. Nel 1941 altre migliaia di soldati italiani furono mandati a combattere; in particolare 230.000 militari fecero parte dell’8ª Armata Italiana ARM.I.R. inviata in Russia, con 114.520 militari tra morti e dispersi; ed ancora trentacinque divisioni furono inviate nei Balcani dove avvenne una tragedia nazionale per troppo tempo ignorata con un’eliminazione di massa di nostri soldati, che si ritrovarono intrappolate tra Jugoslavia, Albania e Grecia; accadde proprio in Grecia l’eccidio dei soldati della Div. “Acqui” che fecero la scelta di combattere a Cefalonia e a Corfù contro gli stessi ex alleati tedeschi dopo l’armistizio; tra essi vi erano cinque gelesi tra cui Orazio Marinelli (nella foto)

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Direttore Responsabile: Giuseppe D'Onchia
Testata giornalistica: G. R. EXPRESS - Tribunale di Gela n° 188 / 2018 R.G.V.G.
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