Roma – Il turismo è sicuramente la parte terminale di azioni che consentono programmazione, economia, solidità di comunità che soffrono dello spopolamento, dell’irrazionale decentramento, della difficile condizione di isolamento finanziario e economico a causa della difficoltà di corrispondersi a bandi o a occasioni che vedono cancellata la perequazione in attuazione di una compartecipazione economica.
Oggi, in crescita grazie ad azioni messe in campo dalla politica nazionale, sinceramente però si è marginalizzata la misura del campo largo, procedendo alla svolta in funzione della meta e non della possibile individuazione sistemica del suo valore. Cresce il turismo esperienziale: qual è quello dei cammini e del turismo all’aria aperta. Un concetto mai del tutto attenzionato dalla politica, dalle grandi organizzazioni quali l’E.N.I.T. ma che oggi offre certezze come la Via Francigena, il camperismo, i vari cammini riconosciuti dal Governo con l’istituzione del registro unico dove garantirsi conoscenza e percorsi.
Cresce la consapevolezza che il vivere lento permette di guardarsi intorno, di riscoprire sensazioni ormai perdute, di apprezzare le bellezze paesaggistiche, ambientali, architettoniche, culturali. Di corrispondersi alle tradizioni, all’enogastronomia d’eccellenza, alle sfaccettature identitarie di una nazione sempre più alla ricerca di metodi per assorbire l’onda lunga dello spopolamento. Il paesaggio è sotto attacco da scellerate concessioni per favorire una falsa transizione ecologica che chiaramente appare come semplicemente energetica a favore di pochi, a danno di molti.
Il turismo come ultimo anello di vari indotti, viene colpito al cuore e non può che, con l’aiuto del suo mondo e della politica responsabilmente attenta, mettere un freno prima della catastrofe che se eterna ci vedrà costretti a far slalom tra le pale eoliche e raccogliere l’insalata allo scoppiettio del silicio dei pannelli solari. Una sciagura da evitare con azioni concrete, sinergiche, attuative coerentemente alla forza dirompente del paesaggio e dell’identità ambientale che ci offre la maggior percentuale di biodiversità al mondo.
Questo lo spirito con il quale il movimento politico dell’ex ministro Maurizio Lupi, Noi Moderati, concretizza la politica e nel riorganizzare lo staff ha così proposto e nominato esperti di settore che dovranno operare sul territorio affinché si proceda a concretizzare quel progetto comune che esalta le peculiarità, abbatte i muri, concretizza il favore dei campanili cancellando essi da autocelebrazioni e poca competenza. Nel delineare così linee guida Maurizio Lupi ha inteso, di concerto con la dirigenza nazionale del Movimento, formulare l’incarico di Responsabile del Dipartimento Nazionale Turismo Outdoor e Camping di Noi Moderati, nella persona di Ivan Perriera, presidente dell’Unione Club Amici, Federazione Nazionale che si occupa di turismo in camper, outdoor e camping.
Ivan Perriera, residente in Molise, da anni persegue obiettivi comuni e concretamente si veste da Don Chisciotte per consolidare la convinzione del turismo lento, unica arma letale al soporifero e incostante turismo di massa che non rende giustizia a chi conserva i valori dell’ambiente, della solidarietà civile, del paesaggio, della bellezza. “Si ritorni al cospetto della bellezza del mondo” Chaplin pose limite all’uomo, così per garantirsi un futuro e un pasto dalla decenza umana. Sarà eufemismo ma sognando ci si può decisamente destare in un mondo migliore.