Si è scatenata la lotta per accaparrarsi la credibilità. E l’autorità. In ogni campo del sapere nulla è più certo e nessuno è creduto. Sembra di vivere nel caos e nella confusione. La gente è smarrita e disorientata. Fior fiore di scienziati con tanto di curriculum e fasci di carte si scontrano contro altrettanti scienziati titolati. Anche gli storici non scherzano. E così non siamo più certi del nostro passato perché ognuno ce lo racconta in maniera diversa. E tutti sono certissimi che l’altro è in errore, spesso in buona fede, ma a volte anche in malafede.
Il vaccino è l’unica arma che abbiamo contro il Covid, si grida da una parte. Il vaccino ci controlla e ci uccide, si ribatte dall’altra. Una babele che riemerge dal vecchio testamento. Forse Dio vuole nuovamente confondere gli uomini perché troppo arroganti e presuntuosi? O semplicemente punirli per la loro fede ormai tiepida e scolorita? La crisi dell’autorità si porta dietro la crisi della credibilità. Ed ognuno vede nell’altro un bugiardo e un impostore da combattere con ogni mezzo lecito e qualche volta anche meno lecito. Smarrimento, confusione, disorientamento, delusione.
L’uomo moderno è sempre più in crisi. La politica sta peggio della scienza. I politici senza ideologia e senza anima rincorrono giornalmente l’audience per accrescere la popolarità e guadagnare qualche punto. Se non accetti quello che dico io sei: maschilista, sessista, fobico dicono le femministe, ma soprattutto gli lgbtq. Se non sei di sinistra sei fascista dicono altri per squalificare con un taglio netto e un colpo basso gli avversari politici. Guai se ti becchi l’accusa di essere fascista o sessista. Sei finito. Insomma una lotta all’ultimo sangue per afferrare e tenersi stretta la bandiera dell’autorità credibile. Che altro non è se non una nuova versione, aggiornata, rivista e corretta della lotta per il potere.
La crisi dell’Occidente è sotto i nostri occhi sgomenti. Più la scienza va avanti e più aumentano le incertezze e le insicurezze. Un paradosso da cui non sappiamo come uscire. La scienza promette comodità e godimento, ma provoca insicurezza e fragilità. Eppure viviamo nell’epoca del trionfo della scienza che nessuno osa mettere in dubbio. La scienza ha preso il posto della religione che a sua volta aveva preso il posto della magia. Il Vaccino ha preso il posto dell’Acqua Santa. Lo scienziato ha preso il posto del vescovo. Le facoltà scientifiche sfornano laureati che trovano lavoro subito e a stipendi più alti, le facoltà umanistiche sfornano disoccupati e sottoccupati precari a vita con stipendi da fame. Il trionfo della scienza è sotto gli occhi di tutti. Criticare la scienza è il nuovo sacrilegio e non bestemmiare Dio. Se vuoi essere credibile devi avere la scienza dalla tua parte e non Dio o la religione. La scienza manda in soffitta Dio e lo mette fra le cianfrusaglie del passato che non usiamo più. La religione sa di vecchio e di stantio.
La scienza fa moderni e titolati. Ma anche la scienza è divisa e spaccata, anche gli scienziati sono in guerra fra di loro. E gli storici? Insomma la resistenza fu o non fu una pagina gloriosa ? E Garibaldi, fu un eroe o un venduto agli inglesi? Per adesso mi sa che convive tutto. Siamo in piena contraddizione. E non poteva essere diversamente. Nietzscheche aveva visto giusto alla fine dell’ottocento con il pazzo che annunciava la morte di Dio nella sua Gaia scienza. Dopo la sua morte si è scatenata la lotta per occupare il posto lasciato vacante da Dio e dai suoi ministri. Tutti sono in pole position. Pronti per la partenza, ognuno vuole arrivare primo e vincere la gara. La posta in palio non è da poco. Il potere, la gestione del potere, attraverso il possesso dell’autorità e della credibilità. L’uomo moderno ateo e edonista ha creato la scienza che sostituisce la religione e l’etica ormai smorte e asfittiche. E chi gestirà la Tecnica, a lui andrà il potere, l’autorità e la credibilità. Dio e i suoi sacerdoti sono fuori gioco e loro lo sanno. Dott. Franco Lauria
Riceviamo e pubblichiamo una nota del rappresentante politico del gruppo dei Liberali, Grazio Trufolo, sul tema attuale di politica estera sullo sfondo della guerra.
“Nessuna motivazione può giustificare l’invasione di uno stato sovrano ne mai un liberale può essere dalla parte dell’aggressore.
Voglio evidenziare che una cosa è Trump altro è l’America, che tra le potenze mondiali è lo Stato più vicino ai valori occidentali.
I presidenti cambiano, le Nazioni restano. Noi siamo con Zelensky e con gli Ucraini ma non possiamo non dialogare con l’America che deve restare nostro alleato per onorare quei giovani americani che sono morti per la nostra libertà, liberandoci dal Nazismo. Questo è un momento molto delicato e serve tanto equilibrio.
Ho seguito la registrazione dell’incontro tra Trump, Zelensky e Vance. Ne ho tratto un senso di profondo disgusto se non anche di vero sgomento. Credo, a mia memoria, sia la prima volta che un incontro bilaterale tra rappresentanti di Governo venga ripreso e divulgato nei delicati contesti delle discussioni sui temi oggetto dell’incontro. Trump non si rende conto del ruolo e dell’importanza che riveste di fronte al mondo intero. Non è possibile che uno Stato fino a ieri garante dei valori di libertà e democrazia, finisca per identificarsi con la ferocia predatoria di chi, a fronte degli aiuti per resistere a una invasione militare di una nazione Onu, pretende ottenere il massimo dei guadagni, andando a braccetto con lo stesso invasore. Il mondo come lo abbiamo finora conosciuto, forse è davvero finito”.
Ha sollevato un polverone la nota dei residenti di Borgo Valentina sulla rimozione delle panchine della piazzetta dell’amicizia. Hanno preso la parola anche esponenti della politica locale, valutando l’ episodio con parole altisonanti. Adesso riceviamo una risposta di un altro residente, Antonio Cipolla, che fornisce la sua versione diametralmente opposta.
“Mi preme chiarire la vicenda delle panchine di Borgo Valentina. Partendo dal fatto che quelle panchine sono state apposte abusivamente non dall’amministrazione, ma da un residente senza chiedere autorizzazione alcuna e tramite conoscenze, perché quelle panchine erano state spostate da qualche altra parte per fare dei lavori comunali (da qualche informazione presa in passato quando ce le siamo trovate installate lì), e mai più ritornate nel posto dove dovevano andare.
Aggiungo che quelle panchine non erano assolutamente frequentate da famiglie con bambini del quartiere, ma da ragazzi che a tutte le ore della notte soprattutto, ma anche del giorno, gruppi anche numerosi, arrivavano addirittura quasi come fosse un appuntamento fisso alle 2, 3 di notte per riunirsi lì, se non altre volte alle 22/23 per rimanere là anche fino alle quattro di mattina, addirittura oltre gli schiamazzi giocando al pallone a notte fonda e sentendosi la musica dalle auto oppure con casse portatili molto forti (e ho video che lo dimostrano), comodi in piazzetta, costringendoci ogni notte a chiamare la polizia che purtroppo non sempre viene, costringendo noi residenti a non dormire la notte e andare al lavoro l’indomani senza sonno.
Ormai molti residenti come me, specialmente quelli che siamo limitrofi a quel luogo, eravamo totalmente esasperati e tanti a differenza di quello che c’è scritto, abbiamo tirato un bel sospiro di sollievo del fatto che finalmente le panchine se ne sono andate. Il Comune occorre precisare che penso si sia solo ripreso quello che era di sua appartenenza per rimetterle sicuramente in luoghi comunali, e non privati non autorizzati dove soprattutto vi è molta gente che, al contrario, non ne poteva più”.
Il 14 febbraio è ricordato come il giorno dell’amore e dei regali. Ma altro che amore e regali, per i residenti di Borgo Valentina invece, da quest’anno, lo ricordano come il giorno dello scippo. Protagonista le panchine vaganti di Gela che da anni si vedono in vari punti della città e che oggi creano discordia.
Abbiamo ricevuto e pubblichiamo questa nota a firma dei residenti.
“Ha dell’incredibile quanto accaduto a Borgo Valentina il 14 Febbraio, il Comune di Gela spoglia il quartiere invece di valorizzarlo!
Da anni i residenti si prendono cura, di uno spazio esterno nel periodo primaverile ed estivo con la pulizia e la sistemazione di giochi per bambini con grande sacrificio visto che questo viene fatto a spese dei residenti.
La piccola piazzetta non è ancora stata ceduta ufficialmente al Comune, ma per i residenti è diventata un punto ad uso delle famiglie e dei bambini del quartiere: lo spazio è stato chiamato ‘Piazzetta dell’amicizia’ .
L’ amministrazione Greco aveva pensato di sistemare lì qualche panchina per arricchire la piazzetta: i residenti le hanno poi colorate e abbellite con giochi e scivoli, creando uno spazio sicuro per i figli dei residenti. Hanno tagliato l’erba alta in primavera e realizzando opere di disinfestazione in estate …
E cosa succede il 14 Febbraio ? Un camioncino del Comune, con personale della ditta Ghelas e addirittura un consigliere comunale a bordo, si presenta e porta via le belle panchine, senza una spiegazione plausibile, visto che erano state sistemate lì dall’ amministrazione comunale precedente a questa di cui lo stesso sindaco faceva parte.
Tutto questo senza un motivo. I residenti oggi pensano: “chissà forse per far piacere a qualche amico che abita vicino la piazzetta perché evidentemente il suono delle risate dei bambini da’ fastidio.
Invece di preoccuparsi di migliorare il quartiere e garantire ai nostri figli spazi di socialità e gioco, il Comune di Gela ci leva tutto, lasciando un quartiere già in difficoltà ancora più abbandonato e spoglio. I quartieri non vanno spogliati, vanno curati. Tutti i bambini di Gela hanno gli stessi diritti, e le periferie non possono essere trattate come zone di serie B.
Pretendiamo che il Comune spieghi pubblicamente quanto accaduto e, soprattutto, restituisca ai residenti di Borgo Valentina ciò che è stato tolto senza motivo. Non ci faremo mettere da parte né permetteremo che la voce dei nostri bambini venga zittita così facilmente! Gli anziani e gli adolescenti di Borgo Valentina non si arrendono!”
Il consigliere comunale indicato dai residenti è Massimiliano Giorrannello. Gli abbiamo chiesto lumi.
“È vero, c’ero io quel giorno al Borgo Valentina per assistere al lavoro della Ghelas.
Il fatto è che quelle che indicano i cittadini sono le panchine della legalità regalate da Don Luigi Ciotti a Gela al tempo dell’amministrazione Crocetta che pian piano sono sparite dal centro storico. In questo caso alcune di quelle panchine si trovavano al Belvedere adiacente alla chiesa dei padri Cappuccini a disposizione dei cittadini che godono della vista di quel sito.
Inoltre ci risulta che quell’area sia privata.
Se i residenti hanno l’autorizzazione all’uso dello spazio esterno, facciano regolare richiesta e il Comune sarà ben lieto di assegnare anche perché molte panchine adesso si trovano nei magazzini comunali, ma è necessario seguire la normale procedura e tutto si appiana”.
Le panchine della legalità sono state donate come simbolo di normalità ma, nel tempo, ‘hanno fatto giri immensi’, sparite dal centro storico e avvistate in angoli e viuzze e adesso creano discordie….